XXVI domenica del Tempo ordinario

Sintesi liturgica

XXVI domenica del Tempo ordinario.

Agli spensierati e sicuri, rilassati sui divani, musicisti improvvisati, buongustai ed ingordi bevitori, ai raffinati dissoluti, sono riservati i guai del Signore. La parabola evangelica del povero Lazzaro e del ricco epulone contiene un alto insegnamento che Gesù offre ai farisei di ogni tempo: il benessere terreno concesso al ricco, incurante della necessità del povero che non si sfama neppure delle briciole cadute dalla sua tavola, a conclusione della vita di entrambi, si tramuta radicalmente: il primo è destinato agli inferi, il secondo, al seno di Abramo, cioè al paradiso. La Legge e i Profeti, più che un risorto dai morti, sono l’insegnamento più efficace per meritare la salvezza. Nella vita bisogna tendere alla giustizia, alla pietà, alla fede, alla carità, alla pazienza, alla mitezza, onde conservare senza macchia i comandamenti di Dio e dare testimonianza concreta di fede matura. P. Angelo Sardone