Sintesi liturgica.
XXII domenica del Tempo Ordinario.
Il Signore pronunzia sentenze per gli uomini di tutti i tempi: la mitezza e la generosità rendono l’uomo amabile ed amato da Dio; la grandezza e l’umiltà gli fanno trovare grazia e glorificano il Signore. La superbia e l’orgoglio creano una misera condizione e sono radici di una pianta di male. Il primo posto ricercato nei consessi umani, sociali ed ecclesiali, ha risvolti negativi se c’è qualcuno più degno: il tutto si risolve in vergogna se si sceglie il primo, o in onore, se ci si accontenta dell’ultimo posto. L’invito al banchetto, deve essere generoso, senza guardare al contraccambio, ma aperto di preferenza ai meno fortunati: poveri, storpi, zoppi, ciechi, che non hanno come ricambiare. Nella liturgia ci si accosta al monte ed alla città di Dio, agli angeli, all’assemblea dei primogeniti coi nomi scritti nei cieli, i santi, a Dio, a Gesù Cristo che è mediatore dell’alleanza nuova. P. Angelo Sardone