976. «Egli sarà Dio per te, ma solo se tu camminerai per le sue vie e osserverai le sue leggi, i suoi comandi, le sue norme e ascolterai la sua voce»

La semina del mattino
976. «Egli sarà Dio per te, ma solo se tu camminerai per le sue vie e osserverai le sue leggi, i suoi comandi, le sue norme e ascolterai la sua voce» (Dt 26,17).

Il secondo grande discorso di Mosè si conclude con la raccolta delle leggi del libro del Deuteronomio, espresse come condizioni essenziali dell’alleanza fra Dio e il suo popolo Israele. Tra gli elementi tipici dell’Alleanza vi è quello che ciascuno dei contraenti dichiara solennemente il proprio impegno a fronte di quello dell’altro. È forte e sentito il richiamo all’obbedienza, al mettere in pratica le leggi e le norme con la totalità del proprio essere, cuore ed anima. Dio dalla sua parte si impegna ad essere il Dio di Israele solo se il popolo è disposto a camminare sulle sue vie, ad osservare le sue leggi e ad ascoltare la sua voce. Solo in questa maniera il popolo può asserire di essere “particolare” agli occhi di Dio ed a Lui consacrato. La profondità delle asserzioni di Dio sono comunicate con fermezza dal suo profeta Mosè in termini di chiarezza di rapporto e di richiesta di obbedienza. Chi vuole servire Jahwé deve disporsi a tanto. Non sono cambiate le cose nella società di oggi che è chiamata a prestare fede ed obbedienza alle parole di Dio che, come ha detto Gesù, non passano. In un tempo di grande confusione e di uso improprio di parole, si impone di per se stessa la Parola che è vera, efficace, penetrante come una spada a doppio taglio, ma che viene offerta nel rispetto pieno della libertà individuale. L’obbedienza a Dio è sinonimo di certezza, di verità, di fiducia in Colui che conduce la vita e l’orienta al bene. Anche se talora essa è dura, è tale perché si discosta dall’aberrante asservimento alle passioni che mietono vittime ogni giorno tra gli uomini. P. Angelo Sardone