960. «Quanto a me, ecco io stabilisco la mia alleanza con voi e con i vostri discendenti dopo di voi, con ogni essere vivente che è con voi»

La semina del mattino
960. «Quanto a me, ecco io stabilisco la mia alleanza con voi e con i vostri discendenti dopo di voi, con ogni essere vivente che è con voi» (Gen 9,9-10).

La ripresa della vita dopo il diluvio universale è come una nuova creazione. Lo testimonia la terminologia adoperata dallo scrittore sacro. Con le otto persone superstiti dalla distruzione radicale dell’umanità e gli animali custoditi nell’arca, la vita rinasce. A Noè ed alla sua famiglia, la moglie, tre figli e le rispettive mogli, Dio ripete le parole iniziali rivolte ai progenitori: «siate fecondi, crescete e moltiplicatevi fino a riempire la terra». A questo nuovo ceppo risalirà la nuova vita umana sulla terra ed il nuovo ordine nel mondo. L’uomo torna ad essere il re del creato, ma certamente non sarà più come alle origini: la dimensione paradisiaca sarà presto infranta dalle lotte e dalle tensioni umane e tornerà solo alla fine dei tempi. L’impronta del male col versamento del sangue fratricida, prenderà piede. Una cosa è chiara: Dio non distruggerà più l’umanità ed il segno di questo suo impegno è l’alleanza simbolicamente rappresentata dall’arco posto sulle nubi del cielo, l’arcobaleno, che testimonierà da allora in poi la conclusione della pioggia, proprio come avviene nello spettacolo bellissimo della natura. La prima forma di alleanza vede Dio portarsi quasi alla posizione umana e stipulare con lui e con ogni essere vivente un patto: egli si impegna a non distruggere più l’umanità cin un diluvio. All’uomo chiede di non mangiare il sangue e non uccidere il proprio simile. Questa raccomandazione è stata sistematicamente infranta nel corso del tempo e della storia. Dio ha stabilito il patto di nuova ed eterna alleanza nella morte di Gesù Cristo. P. Angelo Sardone