951. «Dio creò l’uomo a sua immagine; a immagine di Dio lo creò: maschio e femmina li creò»

La semina del mattino
951. «Dio creò l’uomo a sua immagine; a immagine di Dio lo creò: maschio e femmina li creò» (Gen 1, 27).

L’esamerone della Genesi, cioè il periodo di sei giorni della creazione, culmina nella creazione dell’uomo e della donna. Con la sua maestà e ricchezza interiore Dio Padre, dopo aver creato, cioè tratto dal nulla le cose, crea l’uomo e la donna. Il testo sacro riporta il plurale che indica proprio la grandezza e la maestà del Creatore, ma anche il nome stesso di Dio che in ebraico è di forma plurale, Elohim. Potrebbe essere il primo tratto nel quale i Padri della Chiesa hanno intravisto la Trinità. Il rapporto che Dio instaura con la creatura più alta e completa dell’universo, l’uomo, inteso nella sua collettività, lo differisce e distanzia dagli animali. Gli elementi descrittivi della creazione e dell’identità dell’uomo sono altamente teologici, immagine e somiglianza, che escludono la parità con Dio e implicano una certa similitudine fisica, la stessa che Adamo avrà con suo figlio. Si tratta di una antropologia cristiana che affonda le radici proprio su questi testi biblici. Dio poi procede alla differenziazione di sesso, maschio e femmina. La differenza sessuale maschile/femminile è costitutiva dell’identità umana e si ricompone nell’unicità della persona umana. Ciò implica una relazione differenziata a seconda che si tratti di una dimensione orizzontale, diadica, cioè uomo-donna, in senso verticale, triadica, cioè uomo-donna-Dio), in ambito interpersonale, uomo-donna, io/tu, nell’ambito infine della relazione familiare. Bisogna ammettere che tra i cristiani a questo riguardo c’è molta ignoranza e tanta confusione, determinata anche da posizioni ideologiche che si vogliono imporre. P. Angelo Sardone