941. «La fede è fondamento di ciò che si spera e prova di ciò che non si vede. Per questa fede i nostri antenati sono stati approvati da Dio»

La semina del mattino

941. «La fede è fondamento di ciò che si spera e prova di ciò che non si vede. Per questa fede i nostri antenati sono stati approvati da Dio» (Eb 11,1) CP23/6.

Con la fede non si scherza: è dono di Dio, base e fondamento di speranza, prova di ciò che non si riesce a vedere. La definizione altissima della Lettera agli Ebrei è un condensato di teologia e nello stesso tempo un asserto inconfutabile per chi crede. La fede proviene dal battesimo come dono esplicito di amore e deposito fatto nel cuore e nella vita del cristiano che fa maturare il processo che si chiama santificazione. Oggi si celebra la memoria di uno dei santi più dotti, conosciuti e citati di ogni tempo, il domenicano S. Tommaso d’Aquino (1225-1274) che rappresenta con la sua opera letteraria mastodontica ed enciclopedica, una luce straordinaria che illumina la storia della teologia e il pensiero cristiano e filosofico di ogni tempo. Fondamentalmente egli era un contemplativo che riversava sulle pagine che scriveva l’oggetto della sua riflessione dinanzi al mistero inaccessibile di Dio, nel dialogo continuo e profondo con Gesù Cristo, e con la conoscenza e comprensione del pensiero umano prima di lui. Tutto questo lo ha forgiato come un autentico colosso della filosofia e teologia cristiana e lo rende ancora oggi attuale. Pur nobile di casato si fece mendicante di Dio, ricercatore e testimone profetico, movendosi nell’umiltà, nell’angelica purezza, obbedienza, povertà, semplicità, e infanzia nello spirito. Per le sue capacità intellettuali e geniali può essere considerato patrimonio dell’umanità. Il suo maestro S. Alberto Magno rifacendosi all’appellativo col quale lo canzonavano i suoi compagni, “bue muto” così profetó: «i muggiti della sua dottrina saranno uditi in tutto il mondo». E così è avvenuto. P. Angelo Sardone