917. «Chi commette il peccato viene dal diavolo, perché da principio il diavolo è peccatore. Il Figlio di Dio si manifestò per distruggere le opere del diavolo»

La semina del mattino
917. «Chi commette il peccato viene dal diavolo, perché da principio il diavolo è peccatore. Il Figlio di Dio si manifestò per distruggere le opere del diavolo» (1Gv 3,8).

Sono inequivocabili le espressioni giovannee in riferimento al peccato, al diavolo, a chi si lascia da lui sedurre. Chi appartiene a Satana è come suo figlio. Satana, infatti sin dall’inizio della storia umana ha mostrato con evidenza di essere egli stesso peccatore e peccato: non solo ha tentato i progenitori Adamo ed Eva facendoli peccare, ma egli stesso sin dal principio vuole sempre il male. La presenza di Cristo, il Figlio di Dio nella carne mortale, uomo come gli altri uomini, è stata orientata alla distruzione delle opere del male. La potenza di Satana non è infinita, dal momento che rimane comunque una creatura dotata di una potenza particolare proprio per il fatto di essere puro spirito. La sua azione di male in odio contro Dio ed il suo Figlio Gesù, è permessa da Dio, ma è per l’uomo un grande mistero. Nonostante ciò l’uomo non è stato abbandonato da Dio perché già dal paradiso terrestre il Signore aveva predetto che un discendente, il nuovo Adamo, della stirpe della donna, la nuova Eva, avrebbe vinto il male. L’opera di Cristo è quella del perdono della colpa del peccato e della propiziazione dell’ira di Dio. I grandi concetti contenuti nella prima Lettera di S. Giovanni si intersecano con la vita pratica di ciascuno, soprattutto quando si fa esperienza del peccato, nonostante la buona volontà ed il desiderio di perfezione. La presa di coscienza del male e del peccato deve poter generare l’atto concreto di tenere a bada il peccato non con le sole forze umane, ma soprattutto con la grazia di Dio proveniente dai Sacramenti. P. Angelo Sardone