633. «La manna cessò il giorno seguente come essi ebbero mangiato i prodotti della terra, e non ci fu più manna per gli Israeliti»

La semina del mattino

633. «La manna cessò il giorno seguente come essi ebbero mangiato i prodotti della terra, e non ci fu più manna per gli Israeliti» (Gs 5,12).

Nella Bibbia ebraica il libro di Giosuè viene definito insieme con altri, “profeta minore”. In esso, partendo dalla morte di Mosé di cui Giosuè diviene successore, sono raccontate le vicende dell’insediamento del popolo di Israele nella Terra Promessa e la conquista da parte di tutte le tribù. La Tradizione cristiana ha visto in Giosuè la prefigurazione di Gesù, avendo anche lo stesso nome. Lungo tutto il cammino dell’esodo il popolo fu alimentato ogni giorno dalla manna, una bianca sostanza granulosa, simile al seme del coriandolo col sapore di focaccia con miele. Si raccoglieva ogni giorno e, qualunque fosse la quantità, bastava al fabbisogno personale e familiare. Una volta giunti nella terra promessa, il 14 del mese di Nisan, il primo mese, il popolo celebrò la Pasqua e mangiò i prodotti della terra assegnata da Dio. Dal giorno successivo la manna cessò. Il sostegno alimentare che era durato per 40 anni cede ora il posto ai prodotti locali. Il ricordo della manna del deserto richiamerà sempre a Israele che egli vive del pane della Parola di Dio (CCC 1334). Nella manna era prefigurata l’Eucaristia. La teologia del Nuovo Testamento e le parole di Gesù sono esplicite. In tutto quel tempo, anticipazione del cammino della storia e dell’itinerario cristiano verso la vera terra del cielo, il Signore non aveva fatto mancare il cibo materiale. Con Gesù e l’istituzione dell’Eucaristia il suo corpo ed il suo sangue diviene il vero pane dal cielo che sostituisce l’alimento passeggero della manna e nutre l’uomo per la vita presente e la vita eterna. P. Angelo Sardone