632. «Affrettiamoci a conoscere il Signore, la sua venuta è sicura come l’aurora»

La semina del mattino

632. «Affrettiamoci a conoscere il Signore, la sua venuta è sicura come l’aurora» (Os 6, 3).

La venuta di Cristo non è relegata liturgicamente solo nel mistero del Natale ma si concretizza nel mistero della passione, morte e risurrezione, dove l’evidenza dell’amore appassionato di Dio diviene coinvolgente per l’uomo. La parola profetica individua le situazioni e prospetta le soluzioni. Le liturgie di penitenza devono diventare luoghi e modi concreti nei quali esprimere un ritorno al Signore non effimero, cioè senza conversione vera del cuore, ma espressione di conoscenza vera di Dio, cioè di rapporto di amore, confidenza, fiducia ed abbandono. Il ritornello è costante e martellante: non c’è tempo sufficiente, occorre affrettarsi perché il tempo è compiuto. Il ritorno a Dio permette di sviluppare un’adeguata conoscenza facendo memoria dei benefici ricevuti e rendendo più solida la fede e l’accondiscendenza. Il tempo della Quaresima è una palestra attiva di conoscenza e di esercizio d’amore che parte dalla certezza di essere guariti dallo strazio e fasciati dalle percosse. La disponibilità del Signore è sempre attiva e generosa. Non sempre lo è la risposta dell’uomo, facilmente avviluppato nei suoi problemi e nelle sue angosce. L’esperienza momentanea del benessere spirituale ricevuto da Dio deve necessariamente diventare impegno voluto di risposta giornaliera ad un amore che sana, che fascia, che riempie, che salva. P. Angelo Sardone