630. «Procedettero ostinatamente secondo il loro cuore malvagio e, invece di rivolgersi verso di me, mi hanno voltato le spalle»

La semina del mattino
630. «Procedettero ostinatamente secondo il loro cuore malvagio e, invece di rivolgersi verso di me, mi hanno voltato le spalle» (Ger 7, 24).

Una sezione di oracoli pronunziati dal profeta Geremia si stabilisce sulla base del vero culto da dare a Dio, con l’abolizione degli dei stranieri e l’infedeltà del popolo. Storicamente si colloca durante il regno di Joiakim a Gerusalemme tra il 608 ed il 597 a.C. quando il re si sottomise a Nabucodonosor per tre anni chiedendogli l’alleanza. Tutto questo contrastava decisamente col pensiero di Dio e la profezia di Geremia, ed esprimeva un reciproco e profondo odio. La malvagità del cuore si era manifestata particolarmente nei comportamenti che manifestavano un’evidente sperequazione: i lavori stravaganti alla reggia erano fatti col denaro estorto ai poveri, attuando oppressione ed omicidi. E, di conseguenza, vassallaggio nei confronti del re babilonese dal quale ottenere protezione e sicurezza. Ciò che sconvolge di più, e succede anche oggi, è l’ostinazione di alcuni nel progresso del male e sulla via del male, accecati dalla bramosia del possesso e del dominio. Questi elementi fanno voltare le spalle anche a Dio, perché rendono falsamente consapevole l’uomo di poter procedere secondo il proprio modo di vedere, alienandosi le proprie responsabilità ed affidandosi a chi è più potente. Voltare le spalle a Dio è sempre pericoloso, è indice di paura, d’invincibile egoismo. Ma è anche voltare le spalle alla realtà rintanandosi nelle proprie meschine certezze che possono essere inesorabilmente smontate dagli eventi. P. Angelo Sardone