629. «Guàrdati bene dal dimenticare le cose che i tuoi occhi hanno visto, non ti sfuggano dal cuore per tutto il tempo della tua vita: le insegnerai anche ai tuoi figli»

La semina del mattino
629. «Guàrdati bene dal dimenticare le cose che i tuoi occhi hanno visto, non ti sfuggano dal cuore per tutto il tempo della tua vita: le insegnerai anche ai tuoi figli» (Dt 4,9).

Il libro del Deuteronomio si apre col primo discorso di Mosè al popolo di Israele, una sorta di programma dell’intero testo, che ha lo scopo di completare quanto già contenuto nell’Esodo. L’insistente e continua esortazione da parte del Signore, fatta propria dal grande condottiero, è quella di non dimenticare, di tenere cioè sempre presenti davanti agli occhi ed alla memoria, i prodigi che Jahwè ha compiuto per realizzare la sua promessa. Le indicazioni sembrano quasi sotto minaccia. Bisogna tener presente quanto il Signore ha operato e averlo fisso per tutto l’arco della vita; anzi di più: bisogna tramandare questa storia e queste vicende nel solco della tradizione e della gratitudine a Dio, il vero condottiero e legislatore in Israele. Lo devono sapere i figli ed i nipoti. È storia vera, storia sacra sulla quale si appoggerà e dalla quale partirà la storia di tutti i tempi per coloro che credono in Dio e sanno riconoscere il suo intervento efficace nella vita dell’uomo. Talora l’uomo perde la memoria, soprattutto in riferimento ai beni ricevuti. Un antico adagio suona: «fa il bene e scordatelo, fa del male e pensaci». Il bene ricevuto dal Signore non va affatto mai dimenticato perché su di esso deve fondarsi giorno per giorno la speranza di vivere bene, la certezza di camminare nel giusto, il gusto di operare nella verità. La consapevolezza di ciò che si riceve in dono, deve diventare normale eredità da insegnare e consegnare a chi viene dopo di noi. P. Angelo Sardone