La semina del mattino

1270. «Per questo fanciullo ho pregato e il Signore mi ha concesso la grazia che gli ho richiesto» (1Sam 1,27).

Continua la presentazione dei personaggi biblici del Vecchio Testamento che prefigurano la venuta di Cristo. É la volta di Samuele e della sua mamma, Anna. Figura di spicco nella storia di Israele, il profeta fu desiderato ardentemente dalla madre che era sterile e chiesto con insistenza al Signore mediante un voto. Jahwé vide le sue lagrime ed ascoltò la sua fiduciosa preghiera concedendole il dono desiderato. Dopo lo svezzamento, fedele al patto con Dio, Anna portò al tempio di Silo il figlio, il suo unico figlio, per presentarlo ad Eli, il sacerdote e consegnarlo a Dio a disposizione sua per tutti i giorni della sua vita. Consapevole del dono e grata al Signore per il figlio, si rese disponibile pienamente a lasciare che il Signore stesso lo richiedesse per sé ed i suoi fini provvidenziali. Alla grande generosità di Dio fa riscontro l’eroica disponibilità di questa madre che fino ad allora era stata misteriosamente privata del dono della maternità, propria di ogni donna, e che ora, a cose fatte, si sente in dovere di rimettere nelle mani di Dio il frutto prezioso del suo grembo. Samuele sarà destinato nella storia di Israele ad occupare un posto importante di responsabilità soprattutto in riferimento alla monarchia per gli atteggiamenti che assumerà e le parole che proferirà. «I figli non sono vostri», gridò una domenica di maggio del 1966 nel corso della «Festa della vocazione» nella Scuola Apostolica a Trani dove io da bambino ero «apostolino», cioè seminarista. Mia madre e tante altre madri presenti, comprese bene e si convinse ancora di più di quella verità per la quale, primo dei suoi figli, mi aveva condotto al seminario, al santuario della Madonna di Fatima, ceduto al Signore ed affidato ai Rogazionisti. Insieme ci prostrammo «là davanti al Signore»: io sono ancora qui a servirLo. P. Angelo Sardone