563. «Come gioisce lo sposo per la sposa, così il tuo Dio gioirà per te»

La semina del mattino

563. «Come gioisce lo sposo per la sposa, così il tuo Dio gioirà per te» (Is 62,5).

Il rapporto di Dio con Israele è stato sempre presentato e raccontato come un rapporto nuziale: il Signore da una parte, lo sposo, il popolo dall’altra, la sposa. Frequentemente, soprattutto attraverso i profeti, l’immagine della nuzialità è servita per dimostrare l’amore fedele e continuato di Dio a fronte di quello vacillante, dubbioso e infedele del popolo. I termini adoperati, propri di un rapporto coniugale, toccano il vertice dell’affabilità e della tenerezza, ma anche quelli seri e riprovevoli per la prostituzione ed infatuazione per altri amanti. La gloria e la grandezza di Israele e di Gerusalemme sua capitale, sta nel divenire sposa di Jahwé. Le manifestazioni sono molteplici ed espressi nei tanti modi con i quali lo sposo cerca, sostiene, nobilita e cinge la sua sposa. Una caratteristica fondamentale è quella della gioia, eco di situazioni ed espressioni tipiche del profeta Osea, del Cantico dei Cantici, delle diverse indicazioni dei testi sapienziali. L’infedeltà del popolo che va dietro i culti stranieri, che facilmente si stanca dei precetti di amore consegnati dal suo Dio, mette sempre in discussione una precisa e puntuale risposta di amore. Dio continua a manifestare amore compassionevole, «l’hesed» di Osea, quando non abbandona il suo popolo, va alla sua ricerca, lo redime. L’amore più grande lo manifesta con l’incarnazione del suo Figlio e la redenzione operata per amore, per riscattare e redimere il suo popolo manifestando la sua eterna fedeltà. Ciò continua ancora oggi nei confronti della Chiesa, sposa di Cristo. P. Angelo Sardone