499. «Mentre un profondo silenzio avvolgeva tutte le cose, la tua parola onnipotente dal cielo, si lanciò portando il tuo decreto irrevocabile»

_La semina del mattino_

*499. «Mentre un profondo silenzio avvolgeva tutte le cose, la tua parola onnipotente dal cielo, si lanciò portando il tuo decreto irrevocabile» (Sap 18,14).*

La lettura sapienziale della storia del rapporto di Dio con l’umanità tocca un vertice straordinario in un *passaggio che la Chiesa riporta nella Liturgia in preparazione al Natale*. Leggendo l’opera di Dio nella storia, a cominciare da Adamo e Mosé, passando attraverso l’Esodo, l’estensore del libro della Sapienza, considera alcuni elementi, sette in tutto, che i biblisti definiscono “*contrappasso*”, dal miracolo dell’acqua fino al Mar Rosso, passando attraverso le piaghe diverse delle rane, le cavallette ed il serpente di bronzo, la grandine e la manna, le tenebre e la colonna di fuoco, la notte tragica e finalmente la liberazione dalla schiavitù. L’opera della Parola di Dio è la fine dei primogeniti d’Egitto, definita dai profeti _*esecuzione dei giudizi di Dio*_, uno sterminio dovuto ad un ordine inesorabile di sapore apocalittico. Contrariamente all’uso che la liturgia ne ha fatto, il testo non prefigura l’incarnazione del Verbo, ma il *terribile annunzio della sua seconda venuta*. Il silenzio della notte evoca la _situazione particolare del peccato che fa immergere nel buio e nell’assenza di voci e di suoni_. Il Signore giunge per infrangere il silenzio con la voce tuonante del giudizio che si esprime in termini positivi per chi è degno di salvezza, ed in termini negativi per chi invece, proprio per il peccato e nel peccato, ha meritato la sua condanna. _P. Angelo Sardone_