480. «Se vivete secondo la carne, morirete. Se mediante lo Spirito fate morire le opere del corpo, vivrete»

La semina del mattino
480. «Se vivete secondo la carne, morirete. Se mediante lo Spirito fate morire le opere del corpo, vivrete» (Rm 8,13).

Attenta e puntuale risulta la disamina di S. Paolo nella delicata trattazione agli abitanti di Roma degli elementi di novità che devono contraddistinguere i cristiani dai pagani. La dialettica della carne (la parte inferiore dell’uomo) e dello Spirito (la parte superiore) e le conseguenti loro opere, lo vedono appassionato assertore della verità e di affermazioni perentorie contro le falsità determinate dal modo perverso di vedere e giudicare le cose sante. Se i cristiani vivono secondo la carne, cioè secondo le tendenze istintive e passionali che degenerano in lussuria, potere sfrenato, dominio e possesso, avranno la morte spirituale, cioè la morte eterna. Se invece, per la forza dello Spirito e le sue tendenze faranno morire in se stessi le azioni del corpo, cioè se sapranno tenere sotto controllo le pulsioni istintive determinate dalla concupiscenza e dire no alle inclinazioni di passioni ed istinti legati prevalentemente alla corporeità, al mondo, ed a se stessi, si acquisteranno la vita eterna. La corporeità è di grande valore umano e spirituale: non si tratta di annullarla ma di evitare comportamenti ed azioni asservite agli istinti più bassi di egoismo e di sopraffazione sugli altri. I peccati sessuali disonorano il corpo. La meraviglia che si prova dinanzi alle cose create non deve far sfuggire quella che si prova guardando a se stessi (S. Agostino). Mediante l’unione a Cristo il corpo risorge a vita nuova ogni giorno ed esprime tutta la bellezza della libertà del vero amore che è dono, sacrificio, impegno, responsabilità. P. Angelo Sardone