479. «Li ricondurrò a fiumi ricchi d’acqua per una strada dritta in cui non inciamperanno»

_La semina del mattino_

*479. «Li ricondurrò a fiumi ricchi d’acqua per una strada dritta in cui non inciamperanno» (Ger 31,9).*

Il compito del profeta è annunziare una parola non sua, mettendo a disposizione del Signore la sua vita, la sua mente, la sua bocca, in perfetta obbedienza. Tra i quattro profeti maggiori svetta *Geremia* (650 a.C.), un uomo la cui vita corre di pari passo con le vicende storiche del suo popolo. Gli avvenimenti della sua vita personale _sono noti più di ogni altro profeta_. Nonostante sia portatore di una parola spesso dura e riprovevole per una genìa di ribelli, nella tenerezza del suo cuore si lascia andare ad espressioni di grande speranza e di fine delicatezza. _*La salvezza viene da Dio che raduna il popolo da ogni parte*_ ed in ogni condizione sociale e fisica e lo riporta ad una situazione di prosperità e di sicurezza. I termini ricalcano il _pianto*, la _gioia_, la _prosperità delle acque rigogliose dei fiumi_, la strada del ritorno, senza pericoli. *È il peccato che rende l’uomo vittima di se stesso* ed in balia delle sue ambizioni e traviamenti. La fiducia e l’abbandono nelle mani di Dio, sortisce l’effetto della benevolenza del Signore che è Padre e che come tale non fa mancare mai ai figli il necessario per una vita serena e per un ritorno adeguato a Lui. Nel cammino di fede *bisogna avanzare*, anche quando si è zoppi, ciechi, inadeguati ad un progetto d’amore e ci si sente immeritevoli di perdono. *È il Signore e Lui solo che salva*: _tutti gli altri, sacerdoti compresi_, sono mediatori e strumenti, non salvatori, né miti, ma semplicemente persone dotate di compassione, rivestiti loro stessi di debolezza. _P. Angelo Sardone_