474. «Dove abbondò il peccato, sovrabbondò la grazia. Come regnò il peccato, così regni anche la grazia per mezzo di Gesù Cristo nostro Signore»

La semina del mattino
474. «Dove abbondò il peccato, sovrabbondò la grazia. Come regnò il peccato, così regni anche la grazia per mezzo di Gesù Cristo nostro Signore» (Rm 5,20-21).

S. Paolo conclude così il parallelo avviato in termini di contrasto con precedenti affermazioni che fanno riferimento ad Adamo, il capostipite della razza umana e a Gesù Cristo, il nuovo Adamo. Tutta l’umanità porta le conseguenze del peccato originale del progenitore: la condanna e la morte. Mediante la fede in Cristo, porta invece le conseguenze della sua azione salvifica. Ciò che Dio ha operato con la grazia in Cristo è infinitamente più grande del peccato di Adamo e dell’intera umanità. Il peccato che provoca la morte è stato distrutto dalla grazia offerta da Gesù che ha attuato la grandiosa opera della redenzione mediante la sua morte. Obbedienza e disobbedienza sono come i poli dell’intera vicenda umana: la prima nasce dalla fiducia in Dio e dalla sua gratuita azione d’amore; la seconda dall’irresponsabile autonomia da Lui e dal suo rifiuto. Ciò ha dato origine al fallimento dell’uomo e del mondo. La storia umana alla luce di Dio si inquadra tra il primo e il secondo Adamo, il peccato e la gratuita redenzione e rivela che è sostenuta da un grande Amore di misericordia che trasforma il peccato in grazia. Sono concetti fondamentali che fanno parte di una catechesi che non può essere assunta e fatta propria se non con un’attenzione e conoscenza profonda*, cose che spesso mancano anche nei buoni cristiani. P. Angelo Sardone