459. «Francesco, uomo di Dio, lasciò la sua casa e la sua eredità, si fece piccolo e povero; il Signore lo prese al suo servizio»

La semina del mattino
459. «Francesco, uomo di Dio, lasciò la sua casa e la sua eredità, si fece piccolo e povero; il Signore lo prese al suo servizio» (Antifona S. Messa).

La Chiesa celebra oggi la festa di uno dei Santi più grandi e conosciuti al mondo, S. Francesco d’Assisi (1182-1226). Il Gioberti lo definì «il più amabile, il più poetico e il più italiano de’ nostri santi!». È capostipite di una grande famiglia di uomini e donne che alla sua sequela hanno realizzato pienamente il Vangelo dietro Madonna Povertà, risplendendo di santità ed opere buone. Tuttora nel mondo intero uno stuolo innumerevole di religiosi, religiose e laici si ispirano a Lui, alla sua grande testimonianza cristiana ed ai suoi insegnamenti. Lasciata la vita godereccia della borghesia di Assisi, trasformato dalla grazia di Dio, abbandonò lo sfarzo e la ricchezza per abbracciare la povertà evangelica e farsi operatore per la ricostruzione materiale e morale della Chiesa. Nella sua umiltà non si sentì degno del sacerdozio e rimase diacono. La missione evangelizzatrice dentro e fuori Italia, il presepio ed il lupo di Greccio, il bacio al lebbroso, il Cantico delle creature, le stimmate ricevute dal Crocifisso, gli scritti, costituiscono un patrimonio dell’umanità di tutti i tempi e fanno di lui il Santo di tutti. La croce di Cristo, la semplicità di un bambino, la mitezza e l’umiltà di cuore lo hanno reso un punto di riferimento spirituale per il mondo intero. Il 1939 Pio XII lo dichiarò patrono d’Italia. Auguri a tutti coloro che portano il suo nome e che si ispirano a Lui nell’itinerario di santificazione. P. Angelo Sardone