437. «Anna si purificò, porse il seno alla bimba e la chiamò Maria»

_La semina del mattino_

*437. «Anna si purificò, porse il seno alla bimba e la chiamò Maria» (PdG, 5).*

Questa scarna indicazione è riportata dal Protoevangelo di Giacomo: _la bimba nata da Gioacchino ed Anna, riceve il nome di Maria_. Nell’accezione più comune tale nome significa «*dono avuto da Dio, graziosa, beneamata*». Maria, o Myriam era la profetessa sorella di Mosè. Per la mentalità biblica il nome indica l’essenza della persona e delle cose. Il testo apocrifo annota come la bimba cresceva a vista d’occhio e la madre si premurava che nessuna cosa profana o immonda le venisse data in mano. Come anche che i sacerdoti, invitati da Gioacchino a festeggiare il suo primo anno di vita, chiesero al Signore di benedirla e di darle «_*un nome rinomato, perpetuo per tutte le età*_». Alla maniera di Anna, mamma di Samuele, anche Anna, madre di Maria, innalzò il suo cantico di lode al Signore per ringraziarlo di averla visitata e liberata dal disprezzo dei nemici a causa della sua maternità in età avanzata. Maria, poi presentata al Tempio di Gerusalemme, crescerà e diventerà lei stessa _il tempio vivo nel quale Dio porrà il suo Figlio_. San Bonaventura che nelle sue opere parla circa tremila volte di Maria scrive che «_La Vergine ha un nome eccellentissimo, un nome tale che a umana creatura non può convenirne uno più elevato. Il nome è “Madre di Dio”_». S. Annibale affermava: «_Questo solo nome è una musica dolcissima, che acquieta le tempeste del cuore, è un balsamo soavissimo, che dolcifica lo spirito più oppresso ed amareggiato, è un favo di miele la cui divina ricordanza fa languire d’amore_». Fortunato allora chi porta questo nome. *Auguri vivissimi a tutte le Maria*. _P. Angelo Sardone_