436. «Cristo è venuto nel mondo per salvare i peccatori dei quali io sono il primo

_La semina del mattino_

*436. «Cristo è venuto nel mondo per salvare i peccatori dei quali io sono il primo» (1Tim 1,15).*

Questa perentoria espressione è definita da S. Paolo con autorevolezza certa, come “*degna di fede e di ogni accoglienza*”. La sua conversione rientra nel piano comune di salvezza attuato da Cristo nei confronti dei peccatori, dei quali _egli stesso si definisce il primo e più grande_. L’umiltà dell’Apostolo ancora una volta gli fa superare la vergogna del suo passato e lo pone nella considerazione di Timoteo nei termini dell’attuale realtà sconvolta dalla potenza della misericordia e della longanimità di Dio. Per questo il suo diventa *un esempio per gli altri nuovi cristiani perché si possa avere fiducia in Dio che non guarda il passato*, ma accoglie quanto di buono c’è nella persona che si è davvero convertita ed *ha deciso di cambiare radicalmente vita*. Cristo che è il Salvatore e la cui opera è la salvezza, ha voluto mostrare in lui per primo la sua benevolenza perchè diventasse esempio per coloro che avrebbero creduto. Laddove spesso si pensa che la salvezza si meriti a buon mercato, con una confessione a volte scialacquata, un pellegrinaggio dal quale si torna cambiati a metà, foraggiati da _*sentimenti passeggeri pseudo spirituali ed emotivamente carichi di serie problematiche mai risolte*_, l’esempio di Paolo diviene scuola di vita. Caduto a terra e confrontatosi con Colui che prima perseguitava, ha troncato decisamente con la vita di un tempo e si è lasciato afferrare per davvero mente, cuore e corpo per diventare anche lui un vaso di elezione. *Questo dobbiamo considerare e capire*. Questo dobbiamo imitare. _P. Angelo Sardone_