414. «Dove andrai tu andrò anch’io; il tuo Dio sarà il mio Dio»

_La semina del mattino_

*414. «Dove andrai tu andrò anch’io; il tuo Dio sarà il mio Dio» (Rt 1,16).*

Il *libro di Rut*, uno dei più piccoli della Bibbia di appena 4 capitoli, fa parte della sezione ebraica degli “_agiografi_”. Era letto generalmente nella festa di Pentecoste. Narra la storia di Rut, una moabita, il cui nome significa “_amica_”. Alla morte del marito nativo di Betlemme, mentre sua cognata Orpa anch’essa vedova, assecondando l’insistenza di *Noemi, la suocera comune*, si accomiatò da loro e tornò nel suo paese, Rut decise di tornare con Noemi in Giudea. Le sue espressioni tenere e delicate evidenziano _*un amore grande ed un rispetto lodevole nei confronti della suocera*_ il cui bene ritiene superiore a qualsiasi altro egoistico e ad una diversa sua realizzazione. Si trasferisce a Betlemme e, secondo la legge del levirato, sposa Booz, parente del marito. Da questa unione nasce Obed, futuro nonno di Davide. È un bellissimo testo che sottolinea il valore della Provvidenza di Dio e la sua misericordia anche su una persona straniera. _Non è facile nella storia di sempre trovare esperienze simili corredate di affetto, di attenzione e cura di una nuora verso la suocera_. Ciò sarà provvidenziale perché così Rut rientrerà nel piano genealogico che porta a Gesù. Oggi si celebra la memoria di *S. Bernardo di Chiaravalle* (1090-1153), uno dei più grandi abati di tutti i tempi, dotto e santo, insigne cantore della Madonna, formatore di intere generazioni di Santi. Congiunse la quiete monastica con l’impegno pastorale nella soluzione dei problemi politico-religiosi del suo tempo. Il suo motto «*Amo perché amo, amo per amare*» lo accomuna a Rut in una esemplare testimonianza d’amore. _P. Angelo Sardone_