401. «Ascolta, Israele: il Signore è il nostro Dio. Tu amerai il Signore, tuo Dio, con tutto il cuore, con tutta l’anima e con tutte le forze»

_La semina del mattino_

*401. «Ascolta, Israele: il Signore è il nostro Dio. Tu amerai il Signore, tuo Dio, con tutto il cuore, con tutta l’anima e con tutte le forze» (Dt 6, 4).*

L’inizio della professione di fede quotidianamente presente sulle labbra di ogni Israelita è *“Shema’ Jisra’el”, «Ascolta, Israele!»*, una delle preghiere più care e sentite della tradizione liturgica giudaica. In essa l’amore di Dio è espresso come *un vero e proprio comando*, lo stesso che caratterizza tutti i libri e gli interventi profetici. Questo primo comandamento esplicita l’adesione che ogni vivente è chiamato a dare a Dio. Il testo è l’affermazione _*dell’essenza del monoteismo*_, cioè del solo Dio, efficiente, efficace, il vivente, la cui concezione ha segnato e continua a guidare il cammino storico e spirituale dell’antico e del nuovo popolo di Israele, la Chiesa. Gesù quando ha riassunto i doveri dell’uomo verso Dio, facendo eco a questa antica parola, ha intimato: «*Amerai il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima*» e vi ha aggiunto anche la mente (Mt 22,37) a significare che l’adesione a Dio non è semplicemente una questione di cuore e sentimento, ma anche di ragione e di volontà. _Gli Ebrei recitano lo Shemà due volte al giorno_ ed i genitori insegnano ai figli a farlo prima di dormire la sera. La Liturgia delle Ore ha recepito questo dato e colloca la pericope dello Shemà come lettura breve nella preghiera di Compieta della domenica e delle solennità. È questa la *singolare espressione di continuità e di ricezione* degli elementi che contraddistinguono la fede nell’unico Dio e nel Signore Gesù Cristo. _P. Angelo Sardone_