38. «Esci e fèrmati sul monte alla presenza del Signore» (1Re 19,9).

_La semina del mattino_
*38. «Esci e fèrmati sul monte alla presenza del Signore» (1Re 19,9).*
Dio è onnipotente ed onnisciente. A questi singolari attributi unisce quello della *presenza* che riempie tutto l’universo. _Anche ogni singola creatura è presente a Lui_: in qualunque luogo si vada, qualunque cosa si faccia non si può sfuggire alla presenza di Dio, alla quale non ci si abitua mai pienamente. _*Vivere alla presenza del Signore*_ è un dono, un elemento pedagogico di santificazione, quando la mente, il cuore e la vita si orientano a Lui, quando le azioni che si compiono sono nella verità e nella grazia. _*Bisogna saperla riconoscere*_ negli eventi, nelle situazioni, nelle persone. A questo dono si risponde con il _*raccoglimento, il silenzio, la preghiera*_ che aiuta a compenetrarsi in Dio. Elementi distrattivi sono invece i moti interni ed esterni, le preoccupazioni, le vicissitudini della vita. Per godere della presenza di Dio, come fu detto al profeta Elia, _bisogna uscire dal buio della caverna della propria vita_ assillata dagli avvenimenti giornalieri e fermarsi sul monte per contemplare e lasciarsi trasfigurare. I Padri dello Spirito considerano la presenza di Dio una virtù che si conquista con esperienze concrete, esercizi ripetuti, metodi comprovati. _S. Pietro d’Alcantara_ suggerisce la pratica delle *giaculatorie*, _piccole frecce d’amore_ che «_*aiutano la memoria continua di Dio e il procedere sempre alla sua presenza*_». Sono brevi preghiere, con contenuti semplici, che si lanciano verso Dio tra le attività quotidiane, con la forza della fede e l’affetto del cuore. _P. Angelo Sardone_