283. «La moltitudine di coloro che erano diventati credenti aveva un cuore solo e un’anima sola… fra loro tutto era comune» (At 4,32)

_La semina del mattino_

*283. «La moltitudine di coloro che erano diventati credenti aveva un cuore solo e un’anima sola… fra loro tutto era comune» (At 4,32).*

La prima comunità cristiana di Gerusalemme si caratterizza con precisi parametri di vita e di comportamento che diventano modello per ogni comunità. I credenti *sono molti, vivono in perfetta unità di mente e di cuore, mettono tutto in comune e non considerano proprio ciò che possiedono.* Nessuno è nel bisogno perché una gara di fraternità tra loro permette a chi ha di più di condividere con chi ha meno o non ha affatto. Vendono le loro proprietà, affidando il ricavato agli Apostoli che provvedono a distribuirlo equamente secondo i bisogni e le necessità dei singoli. *Sembra una situazione idilliaca* e lo è certamente, dal momento che si manifesta come frutto concreto della recente risurrezione di Cristo che aveva determinato una vita nuova in tutto. Gli Apostoli, dal canto loro, sono occupati nel dare testimonianza di quanto era avvenuto e di ciò che avevano appreso alla scuola del Maestro nei tre anni alla sua sequela. Non manca il favore che tutti godono nella società. Sono i primi passi per la cosiddetta *”implantatio Ecclesiae”,* l’edificazione della Chiesa di Cristo che si imporrà nel mondo intero attraverso l’azione e la forza dello Spirito. Tutto parte da Gerusalemme che è stato teatro degli avvenimenti pasquali e si preparava a vivere il dono e l’effusione dello Spirito Santo che conferirà maggiore vigore, forza e coraggio per estendere il Regno di Dio sulla terra. Oggi è la *“domenica in albis”* chiamata così per il vestito bianco indossato dai neo battezzati che ritornavano in chiesa otto giorni dopo la Pasqua, ormai parte integrante della comunità cristiana. Per volere di _S. Giovanni Paolo II_ si celebra oggi la *domenica della divina misericordia.* _P. Angelo Sardone_