La semina del mattino
1645. «I pastori andarono, senza indugio, e trovarono Maria e Giuseppe e il bambino adagiato nella mangiatoia» (Lc 2,16).
Così la Liturgia odierna presenta la Santa Famiglia nella sua origine e composizione: Gesù, il Figlio di Dio, Maria sua madre nella carne, Giuseppe, padre, ritenuto tale davanti alla legge. La festa indica la Santa Famiglia di Nazaret come «il vero modello di vita» per le famiglie cristiane, incentrato su Gesù, nella crescita dinamica di amore reciproco e di apertura a Dio, sorgente della vita, «scuola del Vangelo, comunione di amore» (S. Paolo VI). Da Betlemme, all’Egitto ed infine a Nazaret, la Santa Famiglia visse le vicende umane segnate dalla dinamica di vita: la nascita di un Bambino, la fuga da profughi per ripararsi dal tiranno, la residenza umile e nascosta in una casa e la legge del lavoro. Nella reciproca sottomissione e nella condivisione dei valori dell’affetto, della collaborazione, della crescita del figlio e delle problematiche tipiche di ogni famiglia, Gesù, Giuseppe e Maria sono il modello cui deve ispirarsi la vita e l’opera della famiglia, autentica Chiesa domestica, nella quale si sviluppa come un fermento, la missione affidata da Dio: l’amore, il dono della vita, la realizzazione della propria singolare vocazione. L’odierna mentalità funestata da correnti ideologiche perverse e diaboliche, vuole distruggere a tutti i costi l’istituto divino umano della famiglia come voluta da Dio, attraverso leggi ed ingiunzioni capziose che mirano a togliere le fondamenta vitali a partire già da un padre ed una madre, un uomo ed una donna. Dinanzi a situazioni conclamate di fragilità, fallimenti, profonde ferite umane e sociali, rimane ancora valido quanto con acume teologico affermò S. Giovanni Paolo II: «famiglia diventa quello che sei!» perché essa risorga ed attinga dal vangelo l’acqua viva per irrorare il mondo, perchè fiorisca la verità e sia generato l’amore. P. Angelo Sardone