La semina del mattino
1638. «Da te, Betlemme di Èfrata, uscirà per me colui che deve essere il dominatore in Israele» (Mi 5,2).
In prossimità all’evento storico della nascita di Gesù, la Liturgia presenta alcuni luoghi che gli faranno da corona. Il primo è la città di Betlemme che significa «casa del pane» e che si identifica con Efrata, cioè «feconda», in riferimento alla nascita del Messia, ad un gruppo familiare iniziale ed alle stesse origini della dinastia davidica. Era stata fondata dai cananei-efratei intorno all’anno 3000 a. C., ed era inizialmente chiamata Efrata come ricorda il libro della Genesi, quando riporta la morte e sepoltura di Rachele, la seconda moglie di Giacobbe, sepolta sulla via di Efrata (Gen 35, 19). Nella divisione territoriale delle 12 tribù, fu assegnata a Giuda, diventando la patria di Davide, capostipite di quella dinastia dalla quale procederà Gesù. Il profeta Michea quasi contemporaneo di Isaia pronunzia il celeberrimo vaticinio messianico che colloca in Betlemme la nascita di Gesù come accolta dagli Evangelisti. Essere grandi agli occhi di Dio equivale ad essere piccoli: la logica predicata da Gesù adulto, risponde a questi parametri. Quello che era poco più di un villaggio, diventerà prima di Gerusalemme il riferimento più importante della storia: in una delle sue grotte, nascerà il Messia destinato ad essere il dominatore in Israele. Le sue doti fondamentali saranno la forza con la quale da novello pastore, pascerà le pecore; la maestà del nome del Signore; la grandezza e la potenza; la costruzione della pace. Dio stesso determina la sua missione con chiarezza e profondità. P. Angelo Sardone