La semina del mattino
1542. «Voi siete corpo di Cristo e, ognuno secondo la propria parte, sue membra» (1Cor 12,27).
A conclusione del celeberrimo capitolo 12 della prima Lettera ai Corinzi, nel quale ha affrontato con una maestria superlativa il tema dei doni spirituali o carismi, Paolo sentenzia che i cristiani sono il corpo di Cristo. Ciascuno inoltre, secondo la pluralità delle proprie funzioni, è membro del corpo mistico che è la Chiesa. La trattazione rientra nel retto uso dei doni che lo Spirito accorda alla giovane Comunità di Corinto non ancora del tutto convertita dagli elementi del paganesimo. La mentalità di questi primi cristiani prediligeva i doni più vistosi, in conformità ai riti pagani. Tutti i doni sono per l’utilità comune e pertanto non devono essere oggetto di rivalità o di supremazia. Per spiegare la diversità e l’unità dei carismi, l’Apostolo utilizzando il senso allegorico comune della società di allora che era paragonata ad un corpo, attingendo dalla sua fede e riconoscendo come il Battesimo e l’Eucaristia ricongiungono i cristiani a Cristo, ricorre al paragone con il corpo umano. E specifica che come il corpo è uno ed è formato di molte membra, così anche il Corpo di Cristo è formato dal capo e dalle rispettive membra. Cristo è principio unificatore della Chiesa e conduce i cristiani all’unità del suo corpo. É una trattazione di altissimo tenore teologico e pratico che deve contraddistinguere anche oggi, a volte in una confusione ideologica e pragmatica, l’unità del Corpo che è la Chiesa dove Cristo è capo ed i cristiani sue membra, ciascuno col suo carisma in una unità concreta e regolata dal Magistero. P. Angelo Sardone