1452. «Tu sei stato designato a rimproverare i tempi futuri, per placare l’ira prima che divampi, per ricondurre il cuore del padre verso il figlio

La semina del mattino

1452. «Tu sei stato designato a rimproverare i tempi futuri, per placare l’ira prima che divampi, per ricondurre il cuore del padre verso il figlio (Sir 48,10).

Prontamente la Liturgia riporta il riferimento biblico che amplifica la già nota vicenda di Elia e lo qualifica come uno dei personaggi più importanti dell’intera Sacra Scrittura. Non a caso la sua identità e la sua missione sarà ripresa nel corso della storia biblica e nel Nuovo Testamento. La breve pericope dell’estensore del libro del

Siracide, è un medaglione letterario e teologico che identifica nella essenzialità le gesta del grande profeta. Il suo linguaggio, la sua predicazione, le sue azioni ed i suoi comportamenti non sono valsi solo per il nono secolo, tempo nel quale è vissuto ed ha operato, ma interessano e si riferiscono a tutti i tempi. La situazione dell’uomo senza Dio o nel rifiuto del trascendente, trova in lui un baluardo sicuro di verità e di fermezza, lungi al mellifluo e pauroso discorrere o tergiversare dinanzi all’onnipotenza dei potenti che allora, come oggi, contano sul loro potere economico, egemonico, di sopraffazione. Giovanni Battista e lo stesso Gesù spesso erano ritenuti dal popolo un novello Elia. Nell’evento della Trasfigurazione, accanto a Gesù ed a Mosè che impersonava la Legge, appare proprio Elia che incarna ed impersona il profetismo biblico. Le sue capacità di intervento a sostegno dei deboli ed indifesi, sono espressioni eminenti di carità che non si allineano con la prepotenza dei forti, ma si alleano con la debolezza di chi è solo, vedova, non ha da mangiare e bere, è forestiero, e rivela l’assoluta fortezza di Dio che predilige queste categorie e le protegge sempre. P. Angelo Sardone