1397. «I Giudei furono ricolmi di gelosia e con parole ingiuriose contrastavano le affermazioni di Paolo»

La semina del mattino

1397. «I Giudei furono ricolmi di gelosia e con parole ingiuriose contrastavano le affermazioni di Paolo» (At 13,45).

Dovettero pentirsi amaramente i capi del Giudei che nella sinagoga di Antiochia di Pisidia avevano chiesto a Paolo e a Barnaba di prendere la parola. Non si sarebbero aspettati la presentazione chiara ed inoppugnabile di una dottrina nuova, spiegata poi a suon di citazioni bibliche. In questo, Paolo, oratore di turno, era insuperabile. La scuola di Gamaliele gli aveva fornito conoscenza e competenza biblica. Il risultato della predicazione, già all’uscita dalla sinagoga, aveva portato i suoi frutti. Gli chiesero, infatti, di ritrovarsi il sabato successivo per approfondire meglio il discorso. Tutto questo non andò assolutamente a genio ai Giudei che si trovavano così in enorme difficoltà constatando come non erano riusciti ad essere accattivanti ed a tener desta l’attenzione dell’uditorio, come avevano invece fatto i due missionari. Il sabato successivo la folla era molto numerosa, compresi tanti pagani. Allora la loro reazione colma di invidia e gelosia si tramutò in parole ingiuriose rivolte a Paolo. La verità non può essere contrastata perché è vera. Quando non si riesce a osteggiarla si passa a attacchi meschini ingiuriando le persone e contrastando ogni loro parola. Avviene anche oggi in tutti i campi della società. Quando non si riesce a convincere con i propri mezzi, si percorre la strada dell’insulto facile all’indirizzo di chi invece con passione e sacrifici proclama e difende la verità contro equivoci e deliranti affermazioni con le quali si pensa a volte di avere la meglio. P. Angelo Sardone