1396. «Vi annunciamo che la promessa fatta ai padri si è realizzata, perché Dio l’ha compiuta per noi, loro figli, risuscitando Gesù»

La semina del mattino

1396. «Vi annunciamo che la promessa fatta ai padri si è realizzata, perché Dio l’ha compiuta per noi, loro figli, risuscitando Gesù» (At 13,32-33).

È cominciato il primo viaggio missionario di Paolo. Barnaba, il più anziano ha preso le redini in mano, ma subito emerge la personalità e l’autorità apostolica di Paolo secondo il progetto dello Spirito Santo. Giungono in Anatolia, odierna Turchia, e si recano ad Antiochia di Pisidia, nell’interno. Entrano nella sinagoga, si mettono a sedere ed ascoltano la lettura ordinaria della Legge e dei Profeti. Sono proprio i capi della sinagoga ad invitarli a dire loro qualche parola di esortazione a commento di quanto ascoltato. Nessuna migliore occasione si sarebbe potuta presentare a Paolo! Messosi in piedi come un oratore greco, chiesto il silenzio e presa la parola, parla esplicitamente di Gesù Cristo partendo da uno sguardo generale dal Vecchio Testamento. Questa la sintesi del suo insegnamento: Dio ha una promessa messianica da mantenere e ciò si è realizzato in Gesù Cristo di Nazaret, con la sua predicazione e soprattutto con la sua morte e risurrezione. I Giudei non hanno riconosciuto Gesù né tanto meno hanno capito le Scritture. Ora il messaggio di salvezza può essere proclamato perché si è adempiuto in Cristo. È assolutamente chiara l’impostazione e la formulazione della nuova catechesi cristiana, un forte annunzio che ancora oggi continua ad avere la sua valenza e la grande importanza. Deve essere riconosciuta l’autorità della Chiesa e del suo Magistero che svolge questo servizio nell’evangelizzazione chiara e sistematica. P. Angelo Sardone