1394. «Bàrnaba e Sàulo inviati dallo Spirito Santo, scesero a Selèucia e di qui salparono per Cipro. Giunti a Salamina, cominciarono ad annunciare la parola di Dio nelle sinagoghe dei Giudei»

La semina del mattino
1394. «Bàrnaba e Sàulo inviati dallo Spirito Santo, scesero a Selèucia e di qui salparono per Cipro. Giunti a Salamina, cominciarono ad annunciare la parola di Dio nelle sinagoghe dei Giudei» (At 13,4-5).

Comincia ora il primo viaggio missionario di Saulo, che definitivamente l’evangelista Luca sostituisce col nome di Paolo, che molto probabilmente già portava. Ciò è dovuto al fatto che la Parola di Dio cresceva e si diffondeva. Una indicazione precisa dello Spirito aveva chiesto di metterli da parte per l’opera cui erano destinati. Inizia così la predicazione ai pagani per la loro ammissione alla fede cristiana ad opera di Paolo e Barnaba. L’iniziativa viene direttamente da Dio per un’opera grandiosa, frutto di una singolare vocazione. Dopo essere passati per Seleucia a 25 km da Antiochia, la prima tappa missionaria è Cipro. Era questa un’isola del Mediterraneo orientale molto importante per il commercio, provincia romana, già toccata dopo la persecuzione di Stefano. Approdati al porto di Salamina, dove probabilmente abitavano alcuni Giudei, cominciano a predicare. Il criterio che si segue è legato alla presenza della locale sinagoga, cui facevano riferimento i Giudei. L’esplicita predicazione ai pagani, seguendo come un cliché proprio del racconto di Luca, avverrà solo dopo che i Giudei respingeranno questa predicazione. La forza dello Spirito e la sua indicazione di percorso itinerante caratterizzerà d’ora in poi il prosieguo dei viaggi apostolici. Sarà Lui l’agente fondamentale di efficace evangelizzazione. Il rispetto e l’attenzione verso coloro che già credono in Dio, fa loro muovere i passi. La diversità, nella società odierna, è data dal fatto che probabilmente, come affermava il cardinale Dionigi Tettamanzi, mentre un tempo si «battezzavano i convertiti, oggi bisogna convertire i battezzati». P. Angelo Sardone