1388. «Fece fermare il carro e scesero tutti e due nell’acqua, Filippo e l’eunùco, ed egli lo battezzò»

La semina del mattino
1388. «Fece fermare il carro e scesero tutti e due nell’acqua, Filippo e l’eunùco, ed egli lo battezzò» (At 8, 38).

Nel percorso descrittivo della prima comunità cristiana di Gerusalemme e nell’impianto della predicazione, l’evangelista Luca evidenzia la figura di Filippo, uno dei sette diaconi. La sua funzione si discosta, come Stefano, da quella primordiale di semplice servizio delle mense. Lo colloca infatti in Samaria col compito vero e proprio di evangelizzatore nei confronti dei Samaritani. Questi ultimi, erano fuori dal Giudaismo classico ma riconoscevano solamente il Pentateuco, ossia i primi 5 libri della Scrittura e partecipavano alle tradizioni e costumi ebraici. La sua azione si muoveva sotto l’egida dello Spirito e risultava efficace: la gente lo ascoltava volentieri e la sua predicazione era corredata da prodigi straordinari che avvenivano per opera sua. Dalla Samaria, secondo l’ingiunzione di un Angelo, passa a Gerusalemme. Qui lo attende un eunuco, un ufficiale di corte di Candace, regina degli Etiopi, che si era ivi recato per fare adorazione e se ne stava tornando a casa. Filippo corse verso il carro e sentendolo leggere il profeta Isaia gli chiese se capisse quello che leggeva. Dinanzi alla schietta confessione dell’etiope che adduceva il fatto che nessuno glielo spiegava, il diacono si prestò e fece la sua evangelizzazione, che fu talmente efficace da indurre il nobile a chiedere il Battesimo. Era la conclusione naturale del suo percorso di iniziazione al mistero di Cristo. È sempre molto importante poter godere di una guida efficace e competente che, sotto l’influsso dello Spirito, senza moine allettanti e chiacchiere inutili, trasmetta con chiarezza i contenuti della fede che portano al Battesimo e si attuano negli effetti salutari e nelle responsabilità derivanti da questo Sacramento. P. Angelo Sardone