1385. «Costui non fa che parlare contro questo luogo santo e contro la Legge. Lo abbiamo udito dichiarare che Gesù, Nazareno, distruggerà questo luogo e sovvertirà le usanze che Mosè ci ha tramandato»

La semina del mattino
1385. «Costui non fa che parlare contro questo luogo santo e contro la Legge. Lo abbiamo udito dichiarare che Gesù, Nazareno, distruggerà questo luogo e sovvertirà le usanze che Mosè ci ha tramandato» (At 6,13).

L’ira, l’invidia ed un rancore viscerale spinge i membri del sinedrio di Gerusalemme contro il diacono Stefano che, invece, ricolmo di Spirito santo parla apertamente e senza paura. Fino ad allora i cristiani erano rimasti quasi all’ombra del tempio in discrezione e sobrietà di operazioni. Gli antagonisti avevano loro rimproverato di parlare nel nome di Cristo, ma non li ritenevano rei di sconvolgere o annullare i fondamenti della religiosità giudaica. Con l’avvento di Stefano si scompone questa situazione e si prepara una tappa nuova nella compagine della comunità cristiana ormai avviata speditamente. Il diacono Stefano parla con l’assistenza dello Spirito Santo ed i membri del sinedrio non possono tenere testa al suo dire. Non sapendo come fare intentano quindi accuse infamanti circa il suo modo di parlare blasfemo contro il tempio e contro la Legge di Mosè. In effetti con il lungo discorso che Stefano farà, metterà in luce il fatto che sia Mosè che la Legge non erano altro che la preparazione a quello che Gesù è stato ed ha fatto con la salvezza da lui operata. Si legge in filigrana una situazione analoga allo stesso processo intentato contro Gesù, con termini e modalità similari. C’è continuità tra quello che ha fatto Gesù e ciò che cominciano a fare i suoi discepoli, gli Apostoli prima e poi i diaconi. La continuità si esprime anche oggi col Magistero della Chiesa e del papa e con la sana Tradizione che permette di ribadire e sviluppare la dottrina di Cristo in un mondo scompaginato da ideologie terrificanti che predicano l’ateismo pratico e sovvertono i più elementari principi di natura e di vita. P. Angelo Sardone