1372. «Dio ha costituito Signore e Cristo quel Gesù che voi avete crocifisso»

La semina del mattino

1372. «Dio ha costituito Signore e Cristo quel Gesù che voi avete crocifisso» (At 2,36).

Il dato importante conseguente la Risurrezione di Gesù è il fatto che Dio lo ha costituito «Cristo», cioè Unto e «Kyrios» cioè Signore, ad indicare la signoria sul mondo intero. Quest’ultimo termine nell’Antico Testamento tratto anche dalla sociologia di allora che indicava il padrone, il proprietario di uno schiavo, il datore di lavoro, lo stesso marito, nella traduzione greca è presente circa novemila volte. Nel Nuovo Testamento è usato 717 volte e si identifica col titolo supremo di Messia, glorioso dopo lo straordinario evento. In un certo senso traduce «Adonai», il termine col quale gli Ebrei nominavano Dio. S. Paolo lo renderà elemento chiave della «Cristologia». Nella Lettera ai Filippesi l’ultimo versetto del celebre inno invita a proclamare con la bocca una sorta di grido di battaglia e di fede nel mistero della risurrezione: «Gesù Cristo è il Kyrios, a gloria di Dio Padre» (Fil 2,11) che corrisponde al nome stesso del Figlio di Dio glorioso nella risurrezione ed è la prima professione di fede delle comunità cristiane. La Liturgia da sempre lo ha introdotto nell’invocazione penitenziale: «Kyrie eleison», Signore abbi pietà. La predicazione di Pietro chiarendo proprio questo nuovo elemento di gloria applicato a Gesù, trafigge il cuore degli ascoltatori e li induce al Battesimo nel nome stesso di Cristo, per poter ricevere il perdono dei peccati e la grazia dello Spirito Santo, sotto la cui azione può essere pronunziato questo augusto nome. Gesù manifesta così la pienezza della sua identità divina e si pone dinanzi alla storia ed ai cristiani di ogni tempo come il vero «Signore del cielo e della terra». P. Angelo Sardone