1351. «Ogni essere vivente che si muove dovunque arriva il torrente, vivrà»

La semina del mattino
1351. «Ogni essere vivente che si muove dovunque arriva il torrente, vivrà» (Ez 47,9).

La quarta parte del lungo libro di Ezechiele (capp. 40-48) viene detta «La torah di Ezechiele». Presenta come in un piano-progetto la ricostruzione religiosa e politica in Israele ad un popolo che sta subendo la deportazione e l’esilio in terra straniera. Il suo sforzo consiste in una sorta di adattamento della legislazione antica alle nuove situazioni, nel tentativo di evitare che si subiscano le medesime tentazioni che hanno portato alla catastrofe d’Israele. Si parla di grandi acque ed il fiume che manifesta il segno della benedizione del Signore che vive in mezzo al suo popolo. A guidare il profeta è un angelo. A risolvere il grave problema del popolo sarà lo Spirito. Il segno evidente è l’acqua che esce dal tempio e va verso oriente dove sorge il sole e da dove proviene la salvezza. Inizia con un rivolo e diventa gradualmente un torrente ed un fiume navigabile che va verso il Mar Morto. Ovunque arriva l’acqua porta benefici e vita: le sponde rifioriscono di erbe; gli alberi ricrescono e danno frutti addirittura ogni mese e le foglie sono medicali. Il perdono verrà dal Signore come elemento purificatore proprio attraverso l’acqua. L’itinerario penitenziale della Quaresima si irrora all’acqua salutare della Parola di Dio che disseta il popolo in cammino, in un percorso neo-catecumenale che porta all’acqua e parte dall’acqua salutare del rinnovamento interiore. L’acqua che è segno della grazia, mentre disseta, riempie e dà vita e garantisce con la potenza della misericordia di Dio, il perdono e la salvezza. P. Angelo Sardone