1348. «Affrettiamoci a conoscere il Signore, la sua venuta è sicura come l’aurora»

La semina del mattino

1348. «Affrettiamoci a conoscere il Signore, la sua venuta è sicura come l’aurora» (Os 6,3).

Il profeta Osea con la sua vita è un paradigma concreto che manifesta l’amore del Signore che si attua nella storia umana anche attraverso vicende e situazioni del tutto particolari. È comunemente detto «il profeta dell’hesed», cioè della misericordia e della compassione di Dio. La sua vicenda umana è uno specchio espressivo di frangenti e condizioni particolari. La sua parola spazia da interventi decisi contro la corruzione generale del popolo, in particolare, sacerdoti, re e notabili, a calde espressioni che invitano a contemplare ed accogliere il tratto misericordioso dell’agire di Dio nonostante le malefatte umane. Come in una liturgia di penitenza con rito espiatorio, il profeta invita il popolo che è spaventato dall’annuncio del castigo e dell’abbandono del Signore a tornare a Dio ed a gustare la grandezza del suo amore. Specifica comunque che questo ritorno è assolutamente effimero se non c’è la conversione del cuore. La venuta di Dio è sicura come l’aurora e le piogge stagionali che fecondano la terra. Per questo occorre fare presto, affrettarsi con criterio a conoscere prima di tutto il Signore per poterne gustare presenza ed effetti del suo amore. Lungi dal destare paura e sconcerto, queste espressioni, nel clima della Quaresima devono risuonare come esortazioni convincenti a ritornare a Dio, ad abbandonare un culto puramente esteriore ed idolatrico, perverso ed ingrato, per tornare a Dio con sincerità e verità. Gesù lo ha confermato: «Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete al Vangelo» (Mc 1, 15). P. Angelo Sardone