1344. «Ora ti seguiamo con tutto il cuore, ti temiamo e cerchiamo il tuo volto, non coprirci di vergogna»

La semina del mattino
1344. «Ora ti seguiamo con tutto il cuore, ti temiamo e cerchiamo il tuo volto, non coprirci di vergogna» (Dn 3,41).

Il libro di Daniele si discosta dalla classica corrente dei profeti perché non contiene più la predicazione del profeta inviato da Dio ai suoi contemporanei in una missione ben precisa. Storie edificanti di carattere sapienziale riempiono la prima parte, mentre nella seconda, le cosiddette «visioni», riportano la rivelazione di Dio. La lunga ed articolata preghiera che Daniele proclama e che la Liturgia odierna riporta, viene detta «la preghiera in mezzo al fuoco». Insieme con gli altri suoi compagni, infatti, il profeta esule a Babilonia, fu condannato dal re Nabucodonosor alla fornace ardente per non aver voluto adorare la statua d’oro da lui eretta. Contrariamente ad ogni legge di natura, invece di essere divorati dalle alte fiamme, così come era stato per quelli che li avevano gettato in esse, i giovani passeggiavano in mezzo al fuoco, benedicevano e lodavano il Signore. Dalla bocca di Daniele si innalza allora una bellissima e variegata preghiera che tratteggia in maniera essenziale la storia del popolo di Israele, il rifiuto di Dio, il pentimento ed il ritorno a Lui. Alla benedizione iniziale rivolta a Dio, segue la presa di coscienza dell’attuale situazione di disagio ai suoi occhi per essersi allontanati da Lui con la disobbedienza ai comandamenti. Ma si conclude con il proposito fermo di seguire il Signore con tutto il cuore, di temerLo e cercare continuamente il suo volto di misericordia e di perdono. Può essere oggi lo schema di una preghiera valida per la vita di ciascuno perché ricalca la propria storia ed il proprio pentimento. P. Angelo Sardone