1343. «Va’, bàgnati sette volte nel Giordano: il tuo corpo ti ritornerà sano e sarai purificato»

La semina del mattino
1343. «Va’, bàgnati sette volte nel Giordano: il tuo corpo ti ritornerà sano e sarai purificato» (2Re 5,10).

L’itinerario della Quaresima nella liturgia della Parola è segnato dall’ascolto e dalla riflessione di argomenti specifici che tratteggiano gli elementi formativi propri del cristiano. Spesso la stessa Parola si serve di segni che esplicitano nella loro esemplificazione storica e teologica, un concetto sotteso. Uno degli elementi simbolici che richiamano il peccato e l’allontanamento da Dio è la lebbra, una terribile malattia non ancora del tutto debellata sulla terra. Aldilà dell’impurità rituale secondo la mentalità ebrea e del costume sociale che relegava i poveri lebbrosi alla solitudine ed al l’allontanamento dal contesto urbano e relazionale, la lebbra rendeva invalidante la persona e la segnava quasi come una condanna a morte. Il caso biblico di Naaman il Siro, un notabile straniero che da una ragazza fu messo in contatto col profeta Eliseo, seguendo le cui indicazioni fu risanato dalla lebbra, diviene come il prototipo della situazione di peccato che necessita della purificazione attraverso la grazia, nel segno dell’acqua. Non a caso il testo sacro fa riferimento alle acque del Giordano, il fiume della Palestina, luogo degli avvenimenti battesimali di Giovanni, anche nei confronti di Gesù. Nel mistero e nel sacramento del Battesimo si riscontrano gli elementi essenziali per la purificazione e la rinascita in Cristo. Il fatto di ricevere il Battesimo da bambini, costituisce un elemento proprio di ri-nascita spirituale col segno dell’alleanza nuova ed eterna nel sangue di Cristo, attraverso gli impegni battesimali. Il Battesimo è, poi, «porta della vita spirituale», come afferma il Catechismo della Chiesa Cattolica. P. Angelo Sardone