1339. «Io, il Signore, scruto la mente e saggio i cuori, per dare a ciascuno secondo la sua condotta, secondo il frutto delle sue azioni»

La semina del mattino
1339. «Io, il Signore, scruto la mente e saggio i cuori, per dare a ciascuno secondo la sua condotta, secondo il frutto delle sue azioni» (Ger 17,10).

Le cosiddette «confessioni» di Geremia sono presenti nell’intero libro biblico che porta il suo nome. Sono sfoghi umani dinanzi alle difficoltà quasi giornaliere che egli incontra nell’esercizio del suo ministero profetico. La sua particolare vocazione di «profeta delle nazioni», con l’autorità conferitagli da Dio di «sradicare, demolire, distruggere ed abbattere, edificare e piantare», lo espone al continuo rifiuto da parte degli uomini. Quando la Parola di Dio si fa più incalzante e sferzante si alzano gli scudi per rifiutarLa e rifiutarlo. Certamente al suo tempo, come oggi d’altronde, non era e non è cosa bene accetta sentirsi dire: «maledetto, tu uomo, quando ti fidi esclusivamente dell’uomo e non ti fidi di Dio dal quale, invece, allontani il tuo cuore. Niente è più infido del tuo cuore!». Il profeta, portaparole di Dio, non faceva il suo mestiere, ma viveva il suo ingrato compito di trasmettitore degli oracoli di Jawhè ad un popolo dalla dura cervice. Rimane inequivocabile il fatto che, nonostante tutto, è Dio che scruta la mente e saggia i cuori per dare il frutto delle proprie azioni e della propria condotta. Il cammino di conversione esigito dal tempo forte della Quaresima, induce ad una riflessione profonda sul proprio modo di intendere e di vivere la Parola, per non lasciarsi trarre nell’inganno diabolico, di una subdola ricerca del conveniente, il meno fastidioso possibile ed accomodante, onde salvaguardare la bontà di una coscienza lassa al contrario di una retta ed illuminata dalla grazia. P. Angelo Sardone