1331. «Giona cominciò a percorrere la città e predicava: ancora quaranta giorni e Nìnive sarà distrutta»

La semina del mattino
1331. «Giona cominciò a percorrere la città e predicava: ancora quaranta giorni e Nìnive sarà distrutta» (Gn 3,4).

Un passo biblico classico che caratterizza il periodo quaresimale nella proposta liturgica è l’esperienza del profeta Giona, eroe del libro omonimo che non contiene sentenze ma è tutta una narrazione. La sua storia è piena di meraviglie e rientra nel criterio didattico o parabolico. Egli riceve da Dio l’incarico di predicare agli Assiri nella loro capitale, Ninive, ma rifiuta. Imbarcato su una nave per sfuggire, viene gettato in mare perché ritenuto responsabile della sciagura della tempesta: ingoiato da un pesce vi rimane per tre giorni nel ventre finché poi si decide a dare ascolto a Jahwé e va a Ninive. La città è grande; occorrono tre giorni di cammino per percorrerla; è popolosa. La parola risuona chiara e senza equivoci: ancora quaranta giorni e la città sarà distrutta a causa dei suoi peccati. Il numero dei giorni richiama analoga durata del diluvio universale e, in senso figurato, gli anni di peregrinazione del popolo d’Israele nel deserto dell’esodo verso la liberazione. Tale tempo richiama altresì il «momento favorevole» della Quaresima liturgica, nel corso della quale la proclamazione della Parola che incita alla conversione ed al rinnovamento della vita, è giornaliero, costante ed efficace. Il testo didattico evidenzia l’accoglienza del messaggio da parte dell’intera città, piccoli e grandi, fino al re. I gesti concreti, digiuno bandito e rivestimento di sacco, sanciscono il proposito e l’impegno catartico. Anche oggi non mancano i Giona che predicano nelle grandi città come nei sobborghi. I risultati di questo impegno, speriamo che siano simili a quelli di Ninive. P. Angelo Sardone