1329. «Siate santi, perché io, il Signore, vostro Dio, sono santo»

La semina del mattino
1329. «Siate santi, perché io, il Signore, vostro Dio, sono santo» (Lv 19,1).

Il terzo dei libri della Bibbia che compongono il Pentateuco, la vasta raccolta attribuita a Mosè e che gli Ebrei chiamano la «Torà», è il Levitico. Consta di 27 capitoli ed ha un carattere prevalentemente legislativo. Spazia dalle leggi del sacrificio all’istituzione del sacerdozio, dalle leggi sulla purità al Codice di santità, religioso e cultuale. Deve il suo nome a Levi, figlio di Giacobbe ed alla sua tribù associata col sacerdozio, ministri del santuario e fedeli a Jahwé. La prima delle prescrizioni morali e cultuali è l’ingiunzione di Dio da comunicare al popolo d’Israele, di essere santi come Dio è santo. Questo termine identifica la divinità, la sua essenza, la sua qualità esclusiva. L’uomo percepisce la gloria che è la manifestazione della santità di Dio. Egli è il «tre volte santo», come proclamato dai Serafini che compongono la corte celeste, il «totalmente altro», espressione coniata il 1917 dal teologo tedesco Rudolf Otto (1869-1937) nell’opera «Il sacro». Le creature umane devono anelare alla santità di Dio che deriva loro da un particolare contatto o unione. La santità si acquisisce e si conserva con l’ascolto e l’osservanza dei comandamenti. Nel cammino della Quaresima il forte richiamo di Dio si consolida con altrettanto richiamo da parte di Cristo, in un itinerario di perfezione e dell’osservanza della legge di Dio. La perfezione di Dio, inavvicinabile e fuori dalla possibilità dell’uomo, viene presentata come una forte provocazione a voler tendere ed anelare a Lui attraverso la pratica dei dieci comandamenti. I «Santi» sono l’esempio concreto di questo principio. P. Angelo Sardone