1311. «Io me ne vado per la strada di ogni uomo sulla terra. Tu sii forte e móstrati uomo. Osserva la legge del Signore, tuo Dio»

La semina del mattino
1311. «Io me ne vado per la strada di ogni uomo sulla terra. Tu sii forte e móstrati uomo. Osserva la legge del Signore, tuo Dio» (1Re 2,2).

Il primo Libro dei Re che si accoda alla narrazione dei due precedenti libri di Samuele, proprio all’inizio racconta la successione del regno di Davide, il suo testamento e la sua morte. Essendo ormai vecchio e sentendo vicina la morte egli designò come suo successore sul trono, il figlio Salomone, nato da Betsabea che era stata moglie di Uria l’Ittita. A lui, nuovo re, consegnò il suo testamento costituito da una serie di raccomandazioni. La Liturgia le presenta in una sintesi essenziale. Innanzitutto la fortezza che rende l’uomo profondamente tale e si pone come valore necessario per le scelte di governo e di amministrazione del popolo. Quindi l’osservanza della Legge di Dio secondo come era scritto nella legge di Mosé: camminare nelle vie del Signore ed eseguire i comandi, le istruzioni e le norme ivi contenute onde avere la garanzia di riuscire in ogni impresa e garantire la perennità della discendenza. Al termine di 40 anni di regno, 7 trascorsi ad Hebron e 33 a Gerusalemme Davide aveva tutta la maturità e l’autorità per farlo. Il suo regno, anche in termini cronologici riserva risultanze specifiche: il 7 indica biblicamente la pienezza; 33 sono gli anni di vita di Cristo. La più bella eredità consiste proprio in queste raccomandazioni che sono l’espressione del culmine di una intera vita, importanti quanto possano essere i necessari beni materiali. Nella storia si ripetono frequentemente esperienze del genere, con grande edificazione per i figli e testimonianza concreta di vita cristiana improntata alla ricerca del vero bene e della finalizzazione dell’esistenza realizzata sulla terra ma protesa al cielo. P. Angelo Sardone