1302. «Introdussero l’arca del Signore e la collocarono al suo posto, al centro della tenda che Davide aveva piantato; Davide offrì olocausti e sacrifici di comunione davanti al Signore»

La semina del mattino
1302. «Introdussero l’arca del Signore e la collocarono al suo posto, al centro della tenda che Davide aveva piantato; Davide offrì olocausti e sacrifici di comunione davanti al Signore» (2Sam 6,17). Con trentamila persone, gli uomini migliori di Israele, Davide trasportò l’Arca di Dio facendo una sosta di tre mesi a Gat e poi la trasferì a Gerusalemme per darvi adeguata collocazione. Era fatta di legno di acacia, ricoperta di oro e argento dentro e fuori, e misurava circa 1,30 mt per 0,70. Conteneva le tavole della legge, un vasetto di manna e la verga di Aronne. Nel pellegrinaggio per il deserto essa era in testa alla colonna degli Ebrei. Danzando con tutte le forze, con tripudi ed a suono di tromba Davide precedeva l’Arca finché giunsero a destinazione, una tenda che il re aveva fatto preparare. Era questo un tentativo da parte di Davide di tenere unito il popolo e di dare un carattere sacro alla capitale, Gerusalemme che fino allora era sotto il dominio dei Gebusei. Qui la collocò al centro e svolse un vero e proprio cerimoniale con l’offerta di olocausti e sacrifici di comunione, per poi benedire il popolo e distribuire loro focacce, una porzione di carne ed una schiacciata di uva passa. Al termine la gente tornò a casa sua. L’arca era il simbolo della presenza di Dio. Nella liturgia cattolica l’Arca dell’Alleanza è sostituita dal tabernacolo che, collocato in apposito spazio liturgico, contiene non il segno, ma la realtà del corpo, sangue, anima e divinità di Cristo nel mistero dell’Eucaristia. Nel sec. XVI esso sarà fisso sull’altare maggiore e, più tardi, collocato al centro della mensa. Il Santissimo Sacramento è conservato ed adorato nel tabernacolo inamovibile ed unico, normalmente distinto dalla navata della chiesa, adatto per l’adorazione e la preghiera, con accanto una lampada dalla fiamma perenne, segno dell’onore che viene reso al Signore. P. Angelo Sardone