1299. «Una grande pena ho per te, fratello mio, Giònata! Tu mi eri molto caro; la tua amicizia era per me preziosa

La semina del mattino

1299. «Una grande pena ho per te, fratello mio, Giònata! Tu mi eri molto caro; la tua amicizia era per me preziosa (2Sam 1,26).

La lettura della Sacra Scrittura nella liturgia, soprattutto con il Vecchio testamento, spesso è sintetica anche se mantiene fondamentalmente il passo con la cronologia storica. Gli eventi della vita dei primi re, Saul e Davide, sono contrassegnati da situazioni particolari di conflittualità soprattutto dopo che Saul aveva manifestato chiaramente la sua avversione per il giovane re, nutrita da una profonda gelosia. In tutta questa vicenda una perla di luce era l’amicizia sincera e profonda di Davide con Gionata, figlio di Saul, evidenziata sin dal loro primo incontro, come qualcosa di grande e sacro. I soliti Filistei vennero a battaglia con Israele ed in uno scontro furibondo, a Gelboe, morirono Saul e i suoi tre figli, tra cui Gionata. Davide, impegnato sull’altro fronte con gli Amaleciti, seppe da un uomo, un amalecita, giunto dal campo di Saul con la veste stracciata, il terribile epilogo e pianse. Nel cuore avvertiva tutto l’immane dolore per quello che era avvenuto e soprattutto per la perdita del suo amico più caro, che considera un vero fratello e la cui amicizia gli era preziosa. Si tratta di un bellissimo esempio biblico di che cosa sia e di come si gestisca una vera amicizia. I testi sapienziali hanno riferimenti diversi a riguardo. La vera amicizia, diviene fraternità. In un mondo nel quale si sviluppano finte relazioni, facili, sbrigative e superficiali, basate anche sull’usa e getta, i legami veri e profondi sono labili e legati agli interessi. Un amico vero è impagabile: il suo valore supera ogni materialità e tornaconto. Anche nei settori religiosi talora l’interesse personale e la ricerca della popolarità, spesso segno di frustrazioni, hanno la meglio su un vincolo sacro e serio di amicizia che è fondata invece sulla gratuità e dura per sempre. P. Angelo Sardone