1289. «Venne il Signore, stette accanto a lui e lo chiamò come le altre volte: «Samuèle, Samuèle!». Egli rispose subito: «Parla, perché il tuo servo ti ascolta»

1289. «Venne il Signore, stette accanto a lui e lo chiamò come le altre volte: «Samuèle, Samuèle!». Egli rispose subito: «Parla, perché il tuo servo ti ascolta» (1Sam 3,10).

Cinto di una veste sacerdotale il fanciullo Samuele serviva il Signore nel tempio di Silo sotto lo sguardo del sacerdote Eli. Ogni anno sua madre Anna gli portava una veste nuova e continuava dall’esterno la cura del figlio donato a Dio. Intanto il Signore l’aveva benedetta ulteriormente col dono di altri tre figli e due figlie. Samuele cresceva nel tempio, come un seminarista. In questo contesto si sviluppa la sua vocazione, ossia la chiamata specifica che il Signore gli rivolge per il progetto e la missione che intende affidargli. Tutto avviene di notte. Il ragazzo si sente chiamare più volte per nome. Pensa che sia Eli, il sacerdote e prontamente si alza e gli risponde «Eccomi». La seconda volta Eli comprende che si tratta della voce di Dio ed istituisce il ragazzo come deve comportarsi e cosa deve rispondere. Puntualmente Samuele ode per la terza volta la voce che lo chiama per nome. Compreso che si tratta di Dio, risponde: «Parla, Signore, perché io, tuo servo, ti ascolto». Non è un sogno, ma una visione, anche se il ragazzo non vede il Signore ma lo sente. Con pennellate sobrie e straordinarie è raccontata la storia della vocazione del profeta chiamato a diventare nel popolo di Israele un grande punto di riferimento. Questo elemento diverrà nel tempo un prototipo classico soprattutto per la chiama al sacerdozio ed alla vita religiosa. Il discernimento passa attraverso il maestro che, esperto delle cose di Dio, intuisce che c’è di mezzo il Signore. Io non ho avuto la chiamata di notte, né tanto meno ho udito parola alcuna, ma mi sono sentito chiamare profondamente attraverso le inclinazioni che sin da bambino manifestavo nell’affezione e nel piacere di servire ogni giorno la santa Messa, affascinato dalla bella testimonianza del mio parroco e dalla ricchezza della liturgia, delle preghiere anche se pronunziate in lingua latina e del canto gregoriano. P. Angelo Sardone