1286. «Ecco, l’ho costituito testimone fra i popoli, principe e sovrano sulle nazioni»

La semina del mattino

1286. «Ecco, l’ho costituito testimone fra i popoli, principe e sovrano sulle nazioni» (Is 55,4).

La conclusione della seconda parte del libro del profeta Isaia, detto «della consolazione», è caratterizzata da un bellissimo e suadente invito, una forte esortazione a partecipare a tutti i beni della nuova ed eterna alleanza. Esso richiama le ripetute promesse fatte a Davide e si proietta e realizza in Gesù, testimone eccellente, principe e vero sovrano su tutte le nazioni. La consolazione di Israele è proprio il Cristo, presentato e definito come tale nel mistero del suo battesimo al Giordano. È Lui, infatti, più forte dello stesso Giovanni che dichiara la sua indegnità finanche a sciogliergli i calzari, colui che battezzerà Spirito Santo, cioè nella pienezza dell’amore e della forza di Dio. Mettendosi in fila come gli altri comuni uomini e donne che accorrevano al fiume, partendo da Nazaret per la Giudea, Gesù si immerge nel Giordano e chiede a Giovanni di amministrargli il battesimo, nonostante le rimostranze di quest’ultimo illuminato sull’identità del battezzando. La teofania riportata da tutti e tre i vangeli sinottici, conferma direttamente a Gesù ed agli astanti, la sua figliolanza divina e l’amore grande in lui riversato dal Padre. Il battesimo di Gesù richiama il battesimo del cristiano, «porta d’ingresso nella vita spirituale», luogo e mezzo d’incontro e dell’alleanza con Dio nel mistero del suo Figlio. La rinnovazione delle promesse battesimali oggi diventa l’ulteriore ed attuale adesione al progetto di Dio del perdono della colpa originale, della santificazione personale e dell’unità del popolo di Dio che è la Chiesa. È questa la nostra fede, è questa la fede della Chiesa che ci gloriamo di professare nel nome di Cristo Signore! P. Angelo Sardone