1281. «Se rimane in voi quello che avete udito da principio, anche voi rimarrete nel Figlio e nel Padre. E questa è la promessa che egli ci ha fatto: la vita eterna»

La semina del mattino
1281. «Se rimane in voi quello che avete udito da principio, anche voi rimarrete nel Figlio e nel Padre. E questa è la promessa che egli ci ha fatto: la vita eterna» (1Gv 2,24-25).

L’autenticità della fede è determinata da un dato importante: la dottrina cristiana è la dottrina fedelmente trasmessa fin dall’inizio dalle e nelle prime Comunità cristiane. Oltre la Parola di Dio è garante di essa la parola e l’esempio di coloro che sono stati testimoni di Cristo. La Parola trasmessa dagli Apostoli e dagli Evangelisti è stata accolta fedelmente nella vita da due santi che la Liturgia celebra oggi congiuntamente, S. Basilio Magno (330-379) e S. Gregorio Nazianzeno (330-390), vescovi e dottori della Chiesa detti «cappadoci» perché provenienti dalla Cappadocia, una zona dell’odierna Turchia. La loro santità è unita profondamente alla loro dottrina che per quel tempo fu un valore aggiunto nell’ambito dei Padri della Chiesa impegnati a difendere il dogma da scismi ed eresie. I due si distinsero particolarmente per il vincolo straordinario e sacro dell’amicizia, nella condivisione fraterna della formazione culturale e del fervore mistico e nelle attività pastorali a Cesarea e a Costantinopoli. Predicatore il primo detto «magno» per la sua attività costante e profonda, teologo e uomo di governo il secondo, seppero armonizzare la fede con la cultura, l’intelligenza con l’esperienza e lasciare un segno visibile con le loro opere e la loro testimonianza. Facevano a gara non per chi fosse il primo ma per chi permettesse all’altro di esserlo. È una grande lezione di vita ed un esempio per tutti, a cominciare da noi sacerdoti che a volte nel campo dell’amicizia tra noi e con i membri del popolo di Dio siamo condizionati da gelosie o invidie che possono creare qualche sconcerto. P. Angelo Sardone