1280. «Ti benedica il Signore e ti custodisca. Faccia risplendere per te il suo volto e ti faccia grazia. Rivolga a te il suo volto e ti conceda pace»

La semina del mattino

1280. «Ti benedica il Signore e ti custodisca. Faccia risplendere per te il suo volto e ti faccia grazia. Rivolga a te il suo volto e ti conceda pace» (Nm 6,22-27).

Il nuovo anno 2024 si apre con la benedizione riservata da Dio tramite il sacerdote Aronne ed i suoi figli Leviti agli Israeliti ed a tutti gli uomini e le donne di buona volontà. Non si tratta di un semplice augurio o espressione di una forma di protezione, ma dell’afflusso della grazia divina ed il segno perenne nel tempo della presenza di Dio attraverso il mistero dell’Incarnazione del Figlio. Benedizione e custodia, splendore del volto di Dio e grazia, sguardo di amore del Padre e pace sono i cardini propri della solenne benedizione che illumina la vita e le dona qualità. Dio prescrive che sia proprio il sacerdote a pronunziare la benedizione per esprimere tramite lui la potenza e la forza della grazia che proviene solo da Lui e che si esprime in termini di custodia nella prova, luce sul cammino, promessa di pace, bene da invocare, custodire e promuovere sempre. Il primo giorno dell’anno è illuminato dalla celebrazione della divina maternità di Maria, la più bella e la più grande tra tutte le donne, sancita attraverso il dogma dal concilio di Efeso nel 431. Gesù, il Verbo di Dio che sussiste dall’eternità, nel tempo si è fatto uomo assumendo la carne e nascendo da una donna, Maria di Nazaret, cui fu conferita questa «eccelsa ed esclusiva prerogativa» (S. Cirillo di Alessandria). «L’Emmanuele è Dio nel vero senso della parola e perciò la Santa Vergine è Madre di Dio perché ha generato secondo la carne il Verbo che è da Dio» (Concilio di Efeso). Per volontà di S. Paolo VI dal 1968 il primo giorno del nuovo anno è la Giornata mondiale della pace. Qualsiasi commento sulla necessità ed urgenza di questo elemento decisivo e vitale per l’umanità devastata in diverse parti del mondo dai conflitti della guerra è oltremodo superflua. La pace è sì dono di Dio ma anche opera dell’uomo, ad ogni livello, dall’assenza di guerra, alla ricerca del vero bene e progresso dei popoli, a cominciare dalla propria famiglia, dalla comunità sociale ed ecclesiale per raggiungere i confini più estesi del mondo intero. Buon anno nella pace e sotto la protezione di Dio e della Vergine santa. Altre protezioni ed altri auguri potrebbero essere retorici. P. Angelo Sardone