1265. «Io gioisco pienamente nel Signore, la mia anima esulta nel mio Dio»

La semina del mattino

1265. «Io gioisco pienamente nel Signore, la mia anima esulta nel mio Dio» (Is 61,10).

La terza domenica di Avvento è detta «Domenica Gaudete», domenica della gioia, dalla prima parola latina dell’antifona d’ingresso della S. Messa, tratta dalla Lettera ai Filippesi: «Gaudete in Domino semper: iterum dico, gaudete. Dominus enim prope est!» cioè «Rallegratevi nel Signore, sempre. Ve lo ripeto, rallegratevi. Infatti il Signore è vicino» (Fil 4,4-5). Anche esternamente nelle vesti liturgiche, come nella quarta domenica di Quaresima, si caratterizza col colore rosaceo, una variazione del viola, che simboleggia la pausa che la Chiesa compie nei tempi di penitenza, in preparazione alla gioia della Pasqua e del Natale. La liturgia propone una pericope del cap. 61 del profeta Isaia, che Gesù fece propria nella sinagoga di Nazaret, come riporta l’evangelista Luca (4,16-20), nella quale si attesta la presenza consacratoria dello Spirito, il lieto annunzio da dare ai poveri, la fascia alla piaga della sofferenza, la libertà da dare agli schiavi, la scarcerazione ai prigionieri, la promulgazione dell’anno di grazia del Signore. Tutto questo determina la «gioia piena» e l’esultanza dell’anima nel Signore. Vesti di salvezza, mantello di giustizia, diadema dello sposo, gioielli della sposa, sono il corredo letterario e teologico del tempo dell’immediata preparazione al Natale del Signore. Esso va vissuto non tanto in dimensione consumistica di emozioni e sensazioni dettate dal bagaglio culturale ed ambientale di luminarie, alberi di natale, regali, presepi e leccornie varie, quanto, soprattutto, in atteggiamento spirituale di attesa gioiosa della venuta intermedia di Gesù nel mistero del suo natale in terra. P. Angelo Sardone