1253. «Un germoglio spunterà dal tronco di Iesse, un virgulto germoglierà dalle sue radici. Su di lui si poserà lo spirito del Signore»

La semina del mattino
1253. «Un germoglio spunterà dal tronco di Iesse, un virgulto germoglierà dalle sue radici. Su di lui si poserà lo spirito del Signore» (Is 11,1-2).

La Bibbia di Gerusalemme indica come «Libretto dell’Emmanuele» i capitoli 6-12 attribuiti al primo Isaia del 745 a.C. che esercitò il suo ministero per circa quarant’anni, divenendo come «il grande classico della Bibbia». La pericope presente oggi nella Liturgia, secondo gli esegeti, si distacca dalle precedenti. Presenta tutti i verbi al futuro e fa riferimento ad un personaggio regale, proveniente dal tronco, cioè la dinastia di Iesse, padre di Davide, antenato di tutti i re di Giuda e dello stesso Messia. Egli ha le qualità necessarie per la sua monarchia e lo svolgimento delle funzioni giudiziarie, legate allo Spirito di Dio e suo frutto: la saggezza, il discernimento, il consiglio, la fortezza, la conoscenza, il timore del Signore. Lo stesso Spirito operante sin dalla creazione dà la vita, suscita i Giudici, ispira i Profeti, si posa sul Messia. Sarà proprio lo spirito profetico a conferirgli la saggezza e l’intelligenza di Salomone, la prudenza del grande re David, la conoscenza ed il timore del Signore proprio dei patriarchi e poi dei profeti. Questi doni, uniti alla pietà, diventeranno nella Tradizione della Chiesa, i sette doni dello Spirito Santo. Col termine Messia si designa un discendente di Davide che sarà dotato di poteri carismatici, in grado di spezzare il giogo dei pagani e regnare in Israele. Questi concetti si inseriscono nella riflessione e nella preghiera in questo tempo di Avvento, come preparazione spirituale ed anche culturale al mistero del Natale del Signore. P. Angelo Sardone